Quando si parla di sicurezza in bici il pensiero va all’eterna lotta tra ciclisti e automobilisti. La strada va condivisa e il reciproco rispetto delle regole, oltre al Codice della Strada, può rendere possibile la convivenza tra i vari mezzi che vi circolano. Non vogliamo parlarti di equipaggiamento obbligatorio o di quanto sia importante avere i freni efficienti, ma di un progetto e della sua sostenitrice. Stiamo parlando di Paola Gianotti e del suo progetto “Giro della sicurezza”, volto a educare gli automobilisti nel rispetto dei ciclisti sulle strade. Se hai trovato l’adesivo “pedala sicuro con TUNAP SPORTS” sappi che è stato applicato in collaborazione con Paola, per sensibilizzare i ciclisti sull’importanza della sicurezza in bici. Scopriamo di più attraverso le sue parole raccolte in una breve intervista.
Paola Gianotti, raccontaci la tua storia
Sono Paola Gianotti, un’ultra cycler, coach, speaker motivazionale e scrittrice. A 33 anni, dopo aver chiuso la mia società ho deciso di prendere la bici e fare il giro del mondo per diventare la donna più veloce ad aver circumnavigato il globo in bici.
29.430km in 144 giorni attraversando oltre 24 paesi, 3 deserti, montagne e foreste. Viaggiatrice sin da quando sono piccola e sportiva dalla nascita, ho visto nella bicicletta il binomio perfetto delle mie due passioni più grandi, il viaggio e lo sport.
Ad oggi ho battuto 4 Guinness World Records: il primo nel 2014 con il giro del mondo in bici, il secondo nel 2016 attraversando i 48 stati degli Stati Uniti in 43 giorni, il terzo attraversando il Giappone da nord a sud e l’ultimo durante il primo lockdown pedalando per 12 ore consecutive e raccogliendo i fondi per acquistare 10.600 mascherine da donare a 2 ospedali piemontesi. Nel 2018 e 2019 ho invece anticipato tutte le tappe del Giro d’Italia maschile un giorno prima dei professionisti per parlare di sicurezza stradale.
Da dove nasce l’idea di parlare di sicurezza in giro per l’Italia e affiggere cartelli sulle strade frequentate da ciclisti?
L’idea nasce dal ritorno del giro del mondo in bici durante il quale sono stata investita dopo 15.000 km da una macchina nel deserto che collega la California con l’Arizona rompendomi la quinta vertebra cervicale. Alla conclusione del giro del mondo ho conosciuto Marco Cavorso, padre di Tommaso, ragazzo ucciso da una macchina mentre si allenava in bici a 14 anni. Insieme abbiamo iniziato un lungo percorso di sensibilizzazione per il rispetto del ciclista sulla strada.
Pensi che l’argomento sicurezza del ciclista sia ancora poco conosciuto?
Nell’ultimo anno si è parlato di più di sicurezza ma sicuramente siamo ancora molto indietro in Italia visto che muore un ciclista ogni 35 ore sulle nostre strade. E’ importante andare nelle scuole ed educare le future generazioni al rispetto degli utenti più deboli della strada.
Perché è importante prendersi cura della propria bicicletta?
Perché la bicicletta è il prolungamento delle nostre gambe. Prendersi cura vuol dire proteggere se stessi e la bici. E’ importante che la componentistica non si deteriori tenendo sempre pulita la bici e facendo una manutenzione ordinaria accurata.
Perché non va sottovalutata anche la cura e sicurezza della persona?
Con maggiore accuratezza è ancora più importante prendersi cura di noi. Quando si pedala si è esposti al sole, al freddo, al vento. Si è in montagna, nei deserti, sulla strada. E’ importantissimo prendersi cura del proprio corpo sia prima che durante che dopo la pedalata. Inoltre è importante essere sicuri quando si va in bici, utilizzando sempre il casco, anche per andare a prendere il pane, avere le luci fronte e retro accese e un abbigliamento visibile.
Perché hai scelto di sensibilizzare tutti sul tema della sicurezza in bici?
Perché in Italia è una strage di ciclisti continua e visto che siamo nel paese più bello al mondo per pedalare credo che valga la pena cambiare la cultura auto centrica italiana. Inoltre in Italia stiamo cercando di far passare la legge del superamento di un ciclista da parte di un automobilista ad un minimo di un metro e cinquanta, legge che esiste già in tutta Italia. Quello che stiamo portando avanti come associazione Io Rispetto il Ciclista fondata insieme a Marco Cavorso e Maurizio Fondriest è l’installazione della cartellonista del rispetto del ciclista lungo le strade.
Hai una frase o un motto che ti sprona a fare sempre di più?
Keepbrave è il mio motto che vuol dire mai mollare, sia sui pedali che nella vita.
Cosa ti senti di consigliare alle persone che aspirano a seguire la tua strada?
Di essere se stessi che è fondamentale per vivere la vita che si vuole davvero vivere. Quando si è sulla strada giusta non c’è stanchezza, dolore, fatica che tenga per continuare ad andare avanti e soprattutto di non smettere mai di sognare, perché solo chi sogna impara a volare.
TUNAP SPORTS per la sicurezza dei ciclisti
La sicurezza in bici è un tema importante anche per TUNAP SPORTS. Per questo motivo nel 2021 era stato creato un pacchetto dedicato al ciclista: SOS Bike. Nato dalla collaborazione con europ assistance ed Euro Risarcimenti, con l’idea di supportare il ciclista in caso di sventura attraverso una protezione assicurativa a lui dedicata.